a cura Dr. M. De Iudicibus

Condividere un segreto è uno dei modi più rafforzare e creare intimità. Tutti quelli che condividono un segreto si sentono protagonisti di un rapporto privilegiato e speciale che esclude coloro che non ne sono a conoscenza. Includere ed escludere al tempo stesso, contrassegna di ambivalenza il segreto e spesso lo trasforma in uno strumento di potere. Intorno al segreto, per via della sua duplice natura è sempre in agguato il tradimento: Chi conosce l’esistenza di un segreto e sa di esserne escluso sarà tentato di venirne a conoscenza, inducendo così il tradimento, chi invece custodisce il segreto può tradirlo usandolo come strumento di potere per escludere o includere gli altri. Il segreto crea intimità e condivisione e insieme la possibilità di tradimento: confidare un segreto è una scelta che contempla il rischio di essere traditi, di conseguenza il piacere di condividere un segreto può spingere a superare incautamente il rischio contenuto nella condivisione. Inoltre il piacere, legato al potere di rivelare, allargare la cerchia di condivisione può fare superare ogni remora nei confronti del tradimento, è per questo che svelare un segreto è forse una delle forme di tradimento più diffuse. Ci sono segreti e segreti, ma al di là del contenuto, svelarli rappresenta pur sempre un tradimento. Si possono tradire segreti vincolati da patti espliciti, come quelli che si stabiliscono fra amici, confidenti, militanti di uno stesso gruppo politico o religioso, fra membri di una stessa famiglia, fra coniugi e si possono tradire segreti basati su patti impliciti che si dà per scontato che rimarranno tali, per esempio quelli dell’intimità. I patti espliciti di segretezza sono spesso rafforzati da forme linguistiche rituali: promesse, giuramenti o veri e propri riti d’iniziazione. il rispetto del segreto dipende in questo caso dal tipo di relazione affettiva esistente, piuttosto che dalla forma dell’impegno. Intorno a ogni segreto, comunque esistono sempre riti più o meno formalizzati e naturalmente le ritualità sono diverse a seconda de i contesti, ma contenuto e significato simbolico sono simili. Venir meno a questi impegni e diffondere all’esterno ciò che deve rimanere inaccessibile è una forma di tradimento che pone immediatamente fuori dal “NOI”. Svelando un segreto lo si disconosce come tale, lo svaluta declassandola da qualcosa di sacro a qualcosa di ordinario che può essere reso pubblico. Lo svelare un segreto è anche simbolicamente e concretamente un gesto di rottura, di disconoscimento del legame che unisce, dei patti stabiliti e della relazione stessa. E nello svalutare, nel desacralizzare un avvenimento o un sapere destinati a rimanere segreti, si svaluta contemporaneamente chi li ha nominati come segreti. Già la differenza di percezione e valutazione dell’importanza di mantenere un segreto da parte di chi tradisce e da parte di chi è tradito, infligge una ferita alla relazione. L’importanza di un segreto può essere valutata appieno solo da chi lo confida, chi riceve la confidenza deve accettare insieme al segreto, la valutazione che ne viene data, anche se ai suoi occhi può sembrare esagerata, fuori luogo o ridicola. Molte relazioni si basano proprio sul fatto che le persone coinvolte hanno un segreto in comune e fondano la loro ragione d’essere nella sua esistenza e nella complicità che ne deriva, si può così comprendere perché, pur essendo così diffuso, il tradimento di un segreto appare come uno dei più intollerabili. Si può anche continuare a considerare sacro il segreto e la relazione che lo preserva e nello stesso tempo, decidere unilateralmente che altri possano essere ammessi a tal sacralità. In questo caso chiediamo svela non si percepisce come traditore, ben si come semplice trasmettitore del segreto ad altri che lo custodiranno come tale e ai quali si richiedono promesse, giuramenti, rassicurazioni di segretezza. Si viene a produrre così quello che è definito “SEGRETO DI PULCINELLA “, ovvero un segreto che tutti conoscono e di cuore tutti fingono però di essere all’oscuro.

Questa forma di passaggio del segreto spesso non comporta alcun vantaggio personale per chi tradisce, se non quello di apparire come “uno che sa” e che decide chi può essere ammesso a far parte di un rapporto esclusivo. Si tradisci segreti altrui anche per ottenere vantaggi materiali, è questo il caso dei segreti militari, industriali, professionali la cui rivelazione può essere venduta a caro prezzo, o ripagata con l’ammissione, l’affiliazione a un gruppo nemico, ostile o comunque concorrente a chi ha affidato il proprio segreto. Il passaggio da una cerchia sociale all’altra, da un gruppo a un altro o anche da una relazione a un’altra può richiedere esplicitamente o implicitamente lo svelamento di un segreto come prova di coinvolgimento nel nuovo gruppo. Le relazioni amicali e soprattutto quelle amorose sembrano richiedere questo tipo di prova più fortemente di altre. Si chiede di tradire le vecchie appartenenze svelando e i segreti e paradossalmente, si chiede di provare la lealtà e coinvolgimento per mezzo di un tradimento. Le relazioni che si basano sulla richiesta reciproca di una sincerità totale e radicale, per quanto impossibile, non tollerano segreti. In queste relazioni si vuole sapere tutto dell’altro, negandogli la possibilità di condividere segreti con altri, succede così che per provare il proprio coinvolgimento, la propria fiducia nell’amico, nell’amante o nel coniuge s’immolino, sull’altare di questi rapporti, segreti che altri hanno confidato. Nelle relazioni intime, il letto è lo spazio sociologico dove questo genere di tradimento avviene più frequentemente: sia esso il letto matrimoniale, quello condiviso con l’amante, o quello su cui li adolescenti o le amiche amano stare ore e ore a chiacchierare scambiandosi confidenze e giuramenti di segretezza. Il letto matrimoniale, proprio perché luogo altamente simbolico e ritualizzato, diviene una sorta di confessionale dove i coniugi mettono in scena la loro reciproca fedeltà e il legame che li unisce raccontandosi e segreti di tutti, tradendo amici e amiche, parenti e colleghi e a volte persino gli amanti. Più il matrimonio si trasforma da rapporto istituzionale in rapporto paritario e amicale o in una relazione pura, più si sparla e più si tradiscono segreti altrui. Per lusingare chi si ama si denigra quanto altro c’è al mondo, si nega e si disprezza tutto per contentare e rassicurare un’unica persona che potrebbe andare via. Esistono tradimenti della segretezza che sono percepiti come tali anche se non ci sono stati né giuramenti né promesse. Mi riferisco allo svelamento dei piccoli innocenti segreti della vita quotidiana, della sfera della privacy e dell’intimità, di cui si ritiene che possano essere partecipi come spettatori autorizzati, solo coloro ce vi sono ammessi. Tra questi vi sono: quanto tempo impieghiamo a vestirci, di quali rassicurazioni rituali abbiamo bisogno prima di addormentarmi o di uscire di casa, di che cosa abbiamo timore, quali sono le nostre ossessioni o idiosincrasie, con quali nomignoli ci rivolgiamo al nostro partner ecc. Sono aspetti della sacralità del Sé che non vogliamo svelare indiscriminatamente a tutti e proprio perché riteniamo inviolabile tutto ciò che appartiene alla nostra sfera privata, diamo per scontato che chi è ammesso alla sua rappresentazione non ne parli con altri e lo rispetti con il silenzio. Questi tradimenti-svelamento dell’intimità sono molto diffusi e sono vere e proprie aggressioni alla relazione e all’interazione, perché sanciscono una rottura della complicità, un ritirarsi seppur momentaneo dal “Noi”. Chi è tradito si trova spiazzato, solo e nudo sulla scena, esposto agli altri senza che abbia fatto in tempo ad indossare la propria maschera sociale, ergo il tradimento è vissuto come un abbandono, ma anche come un’aggressione alla propria sfera più intima. Probabilmente rivelando particolari dell’intimità, dissacrando la sacralità di una condivisione, consegnando ad altri si vuole anche cambiare posto, far parte di altre segretezze, conquistare nuovi spazi di interazione, stabilire nuove complicità o aggiungerne di nuove a quelle consuete. Svelando l’area segreta della vita in comune con un altro si dichiara contemporaneamente la propria indipendenza e la propria complicità con chi fa da pubblico e quindi la propria disponibilità per nuove intimità. Eppure tutti continuiamo a confidare nella discrezione e segretezza, perché altrimenti non sarebbe possibile alcuna forma di vita sociale.

Per entrare in rapporto con l’altro è necessaria sicurezza che questi non supererà i confini invisibili, ma invalicabili, che ognuno sceglie di porre intorno a sé. La vita sociale è resa possibile grazie al fatto che, da un lato, ognuno sa di poter mostrare agli altri solo ciò che crede opportuno e dall’altro, che reciprocamente si rispettino la segretezza e la privacy. La violazione dei segreti della privacy induce dunque a una segretezza ancora maggiore per difendere la propria individualità e la possibilità di entrare in relazione con gli altri, infatti se fossimo certi di non potere conservare per noi stessi alcun segreto, non entreremmo a far parte di nessuna forma di vita sociale. La discrezione, da sempre necessaria al fluire delle relazioni sociali e della socialità, nella modernità diventa un diritto, quindi il diritto alla privacy e il diritto alla discrezione si affermano contemporaneamente. In questo senso il tradimento dell’intimità è una forma moderna di tradimento che accompagna non solo la sacralizzazione della sfera privata, ma anche la formazione della moderna individualità, sempre più attenta e gelosa dei propri confini e sempre più sospesa fra appartenenza e separazione. L’individuo moderno cerca disperatamente un tempo e uno spazio non condivisibile con nessun altro, sposta continuamente i confini della propria inviolabilità, si difende e si protegge con sempre nuove segretezze, così i segreti si moltiplicano all’infinito. In questa contraddittoria affermazione /negazione della vita privata, in questo oscillare tra la difesa del proprio essere insieme ad altri prescelti e la difesa anche da costoro, fra il voler essere con gli altri e il voler essere solo per sé può insinuarsi il tradimento dell’intimità. Lo stesso individuo che si sente ferito e abbandonato se la propria intimità vie e svelata, è ugualmente pronto a tradire quella altrui se ciò gli è necessario per l’affermazione della propria autonomia: traditore e tradito, perché ora è partecipe di un insieme, ora è cavaliere solitario.