“Il sesso è più facile dell’amore”?

a cura del Dr. M. De Iudicibus

Nell’epoca moderna in cui esiste un’apparente libertà di approccio verso le faccende sessuali sembra sfuggire l’importanza di questa naturale tendenza alla segretezza per ció che riguarda gli atteggiamenti sessuali. Oggi si parla molto di sesso tra la gente, esso è il nostro piú intimo possesso personale e lo si riconosce dal nostro linguaggio ordinario, nelle espressioni: “possedersi l’un l’altro”, “possedere qualcuno”, non esiste rapporto fisico piú profondo di questo, infatti nient’altro nella natura si puó possedere allo stesso modo. Il sesso esprime una relazione personale e la sua importanza è largamente determinata dalla qualità di suddetti rapporti personali che lo sostengono. Il sesso è anche l’espressione fondamentale della personalità dell’individuo e puó rappresentare sia il soddisfacimento di un desiderio fisico (sesso per sesso), sia ció che è piú auspicabile (l’espressione materiale e spirituale dell’amore). L’AMORE è una disposizione, vita, calore, sensibilità, coraggio, comprensione, gentilezza, protezione, sicurezza, gioia di vivere, vita in comune, felicità, maturità sessuale e psicologica, apprezzamento della bellezza, luce splendida, accettazione, dono, un potere interno, un’espressione dell’io intima, un sentimento, un atteggiamento altruistico, un modo di intendere la vita, piú che un tesoro nascosto. L’amore deriva dal fare felici gli altri, e tale capacità è presente nell’animo di ognuno e significa costruire, crescere e credere, in poche parole l’amore è la ragione della vita, il suo perfetto completamento, quindi avere l’amore è possedere tutto.

Prima di tutto vorrei fare una differenziazione, secondo me doverosa, tra i due termini in questione, poiché spesso e volentieri la gente tende a confonderli o a scambiarli per sinonimi. Il sesso è: un’esperienza molto profonda e multilaterale ed ha una profondità in atto in potenza così grande che a molti fa paura. Dunque è l’atto principale del corpo, è anche il piú intenso esperimento emotivo che conosciamo data la sua specifica componente biologica stessa, cioè quella di mettere al mondo una vita. Il sesso è piú profondo di quanto non lo siano i nostri pensieri coscienti stessi su di esso, infatti qui proprio l’esperienza fa sentire il suo vero peso, poiché ha una realtà sua propria che noi dobbiamo comprendere. Il sesso è inoltre principalmente una faccenda privata e la segretezza è sempre stato il suo elemento naturale.

Che cos’è l’intimità? Solo capendo cosa sia e come si origina e si instauri possiamo comprendere come il sesso e l’amore permettano la nascita e lo sviluppo di un qualsiasi rapporto tra due persone, dato che essa ne è il collante stesso. Mi sto riferendo in particolare al comportamento intimo, che inevitabilmente subisce le influenze del contesto in cui si manifesta, ad esempio: una carezza, uno sguardo, un abbraccio, una parola, un gesto, una posizione assunta in un certo modo, hanno tutti significati sia manifesti che simbolici diversi, a seconda anche del luogo, del tempo e della persona a cui sono rivolti. Essere intimi significa essere vicini, ergo l’intimità si ha ogni volta che due individui vengono fisicamente in contatto e quando due persone si toccano fisicamente avviene qualcosa di speciale. Naturalmente quanto piú familiare e comune è il comportamento, tanto maggiori diventano le difficoltà, inoltre piú esso è intimo, piú si carica di contenuto emotivo, non solo per chi lo effettua, ma anche per chi lo riceve.

Ora vorrei occuparmi dei motivi per cui la sessualità va in crisi: uno dei primi passi del percorso verso il conseguimento di una sana sessualità, è liberarla dall’ombra delle inibizioni e dei sensi colpa, poiché normalmente c’è una profonda paura dell’intimità o di mettere a nudo paure e insicurezze nel fare l’amore. La sessualità è alla base della nostra energia vitale, quando è repressa, crea uno squilibrio nella nostra energia vitale complessiva, ció comporta la comparsa di una serie di disturbi sia fisici che psichici. Quando paura e insicurezza si manifestano mentre facciamo l’amore, è una reazione naturale volere evitare il sesso, non essere presenti o addirittura trovare un nuovo partner che non susciti questi sentimenti. Molte coppie non comprendono quanto il sesso possa cambiare, quando l’intimità cresce, di conseguenza possono scegliere di non fare piú l’amore, possono addirittura accettare che nella loro relazione il sesso appartenga al passato e possono adattare la loro vita alla sua assenza. Una cosa ben nota nelle relazioni interpersonali è che come diveniamo piú intimi con l’altra persona, molto probabilmente questioni emotive verranno sollevate non appena essa stuzzicherà le nostre ferite. Questo è particolarmente vero quando non siamo felici con la persona con la quale stiamo, o non siamo felici di come stiamo vivendo la nostra vita. In qualsiasi relazione a lungo termine c’è molto potenziale per sviluppare lotte di potere, che spesso sono inconsce e\o irrisolte e che possono governare il nostro modo di relazionarci e fare l’amore, alla fine finiscono con il diventare puro veleno per l’amore e la sessualità. Facciamo giochi di potere, perché abbiamo paura che se ci mostriamo vulnerabili, possiamo essere feriti, abusati o rifiutati, finiamo nei giochi di potere, perché non siamo sicuri della nostra forza personale e la nostra auto-identità è piena di vergogna e di sensi di inadeguatezza. Ci vuole coraggio per aprire l’uno all’altro le nostre vulnerabilità, le nostre ferite, paure e si corre qualche rischio nel mantenere la nostra posizione quando dobbiamo farlo, risulta piú facile, automatico, naturale e piú normale litigare o allontanarsi. Spesso non vogliamo affrontare le nostre paure piú profonde e le nostre vulnerabilità, condividerle l’un l’altro e capire cosa c’è dietro i nostri conflitti, preferiamo scontrarci, forse perché non conosciamo altri modi, inoltre potremmo provare un certo brivido nel litigare, perché puó essere eccitante. Accade anche che molte persone si mettono insieme, o perfino si sposano senza aver vissuto né esplorato la propria sessualità, perché la loro storia d’amore e relazione è estensione di un condizionamento proveniente dall’infanzia.  Al tempo del loro matrimonio conformismo e sicurezza ancora dominavano le loro decisioni, ma dentro ciascuno di noi c’è anche una forza che vuole liberarsi da ció è che vecchio, stantio, conosciuto. A questo punto molte di esse potrebbero essere combattute tra il desiderare di sentirsi vive e la paura del caos che questo puó generare, tra il desiderio di esplorare la nostra sessualità e il non voler sconvolgere la sicurezza delle loro vite. Se abbiamo speso anni a negare la nostra energia vitale e piú nello specifico la nostra energia sessuale, concentrando attenzione ed energia in qualcos’altro, aprire questa scatola puó avere un effetto dirompente, in particolar modo se viviamo in una relazione, ma a tal punto il forte desiderio di libertà sessuale puó spingerci a scoprire che manca qualcosa. Per la donna parlare di intimità, è molto piú facile che non per l’uomo, poiché i maschi confondo intimità e banalità, considerandola argomento di serie b. Altri ancora associano l’intimità all’interiorità e siccome l’organo genitale della donna è decisamente interno, pensano che ad esso sia delegato questo sentimento. Per tradizione poi l’uomo si occupa delle guerre, della politica, delle idee, alle donne invece è delegato soltanto il mondo dequalificato dei sentimenti. L’uomo è capace di forti momenti di intimità, ma solo quando questi sono giustificati dalle circostanze o da un pretesto onorevole, quali: l’uomo puó sopportare la nudità maschile se si trova in palestra, la solidarietà maschile è accettata tra i tifosi della stessa squadra a condizione che ci sia un nemico da battere, l’intimità tra i giovani di sesso diverso, invece si verifica in situazioni di intimità gregaria. Ammirare lo stesso idolo attenua infatti le differenze tra maschile e femminile, al bar l’intimità è affidata all’alcool che è considerato un disinibitore per eccellenza necessario per superare l’anonimato e il pudore.  Nelle donne l’apprendimento dei gesti dell’intimità è piú facile anche per la naturale relazione che esse instaurano fin dalla nascita con la madre, nel maschio invece è necessario un cambio di ruolo per acquisire un’identità maschile, peró dire che l’intimità rappresenta un campo specificamente femminile è del tutto improprio. Tutte queste ambiguità derivano anche dalle differenze anatomiche che separano il maschile dal femminile e che non rispettano la bisessualità psichica presente in ognuno di noi. Io sono del parere che il rispetto della propria bisessualità naturale sia una delle condizioni fondamentali ai fini di un buono rapporto di intimità con se stessi e con gli altri, inoltre la complementarità del maschile e femminile diminuisce il rischio di essere capaci di intimità soltanto con persone delle stesso sesso o dotate di determinate caratteristiche empatiche. È significativo che gli omosessuali siano ben accetti ad alcune donne proprio perché capaci di intuizione e sensibilità, doti considerate prettamente femminili. Per alcuni la sessualità è una tappa necessaria per migliorare l’intimità del cuore, quest’ultima ricopre un ruolo piú importante di quello svolto dalle relazioni che si limitano alla zona genitale. In molti casi la sessualità è da considerare una debolezza, in altri un privilegio, tali divergenze di interpretazione non derivano solo da diversi percorsi culturali, ma è la struttura stessa dell’intimità a favorire fraintendimenti, quindi si rivela allo stesso tempo attraente e pericolosa.

A questo punto vorrei fare una differenziazione tra due concetti fondamentali inerenti l’intimità: 1) L’ESPERIENZA INTIMA; 2) LA RELAZIONE INTIMA. L’ESPERIENZA INTIMA per potersi concretizzare deve fondere l’esistente con i fantasmi individuali, la durata peró è il suo grande limite, perché non permette all’illusione di sopravvivere alla realtà. Per tutti quelli che considerano importante la pulsione amorosa e non l’oggetto d’amore avere esperienze intime è molto facile, infatti sono innamorati dell’amore, non dell’altro, qui l’altro è solo un detonatore, spesso passeggero, il cui ruolo è solo quello di fare esplodere la pulsione, questa è proprio una vera droga, anche se meno tossica dell’alcool o dell’eroina. Ben diverse invece sono le condizioni in cui si verifica una RELAZIONE INTIMA, in questo caso lo scambio avviene su terreni diversi e si realizza nella durata, in quanto scambio privilegiato, il rapporto è basato sull’empatia che implica un’interazione verbale piú organizzata e codici personalizzati, inoltre la durata che nell’esperienza intima porta alla morte dell’illusione, favorisce lo sviluppo della complicità nella relazione.  Esistono diversi livelli di intimità che uno psichiatra canadese EDWARD WARING ha identificato che sono per l’appunto: intellettuale, spirituale, affettiva, corporea e sessuale. Questo ci fa comprendere che a differenza di quanto molti credono che l’intimità sia in relazione diretta alla vicinanza corporea, altri realizzano un vero rapporto di intimità proprio nell’ascesi possibile solo in relazioni a carattere spirituale o intellettuale. A volte la voglia di condividere nasce dal bisogno e non dal desiderio, infatti va fatta una distinzione tra i due termini: il desiderio ha un carattere elastico e puó essere modulato e differito, è selettivo e si rivolge a certe situazioni o persone e non ad altre. Possiamo dire per usare una metafora alimentare che il desiderio è l’appetito, il bisogno è la  fame, infatti è molto piú vicino all’istinto biologico ed è fortemente legato al soggetto, mentre l’oggetto sul quale l’ istinto si scarica è relativamente intercambiabile. Nel mondo dell’intimità affettiva, il bisogno rischia ad ogni momento di accelerare eccessivamente i tempi dello scambio e di sopraffare la realtà dell’altro, riducendolo ad un puro oggetto di soddisfazione. L’intimità affettiva si realizza nel desiderio, non in quello del bisogno, anche se quest’ultimo è spesso presente, non riconosciuto da chi lo esprime. C’è chi ha bisogno del contatto e si sente esistere solo in presenza dell’altro o attraverso le sue energie, perché ha paura di stare solo: in queste condizioni difficilmente riuscirà a condividere una relazione affettiva. In alcuni casi il bisogno di contatto passa attraverso una sessualità capace di soddisfare esigenze “pregenitali” piuttosto che erotiche, sono numerose infatti le donne che usano la loro sessualità come forma di gratificazione personale, come antidepressivo, come mezzo per non sentirsi sole. Abbiamo visto come i bisogni patologici di intimità possono minare lo scambio affettivo, ma il bisogno non è il solo ostacolo all’instaurarsi dell’intimità, dell’intimità stessa si ha anche paura e per i motivi piú diversi, tra i quali: il timore di fondersi con l’altro, di essere scoperti, di abbandonarsi all’intimità come una droga. L’intimità è causa periodicamente di un indebolimento relativo ai limiti del Sé e questo puó portare al rischio se pur limitato nello spazio e nel tempo di fondersi con l’altro, la fusione consiste semplicemente nel delegare all’altro ogni responsabilità. L’intimità di coppia invece è un fenomeno che trascende la sessualità al punto che continua ad esistere anche in sua assenza, lo sanno soprattutto le coppie piú longeve ancora unite in un rapporto di reciproca complicità, nonostante gli acciacchi del corpo, una buona comunicazione permette una migliore sessualità, così come una buona sessualità migliora spesso l’intimità della coppia. Il rapporto tra sessualità e comunicazione è complesso, ed è talvolta all’origine di gravi malintesi, quando la comunicazione di coppia è ridotta al minimo è una comunicazione residua che avviene solo a letto, dove si consumano precarie riconciliazioni, si tratta di rapporti indispensabili quando il dialogo è diventato impossibile. Anche l’uso dello spazio si rivela fondamentale in ogni comunicazione corporea, L’antropologo Edward Hall, ha codificato sotto il nome di prossemica l’uso della distanza tra gli esseri umani e ha identificato 4 generi di distanze: La distanza intima(0-40cm); distanza personale(40-120cm); distanza sociale(120-360cm); distanza pubblica (oltre i 360cm). Tutte queste distanze variano considerevolmente a seconda della cultura di appartenenza e dei significati affettivi, così lo spazio esteriore definito da distanze al tempo stesso fisiche ed emotive, finisce per avere un valore rispetto ad un altro spazio, quello interiore. Così come succede per l’intimità affettiva, anche per quella corporea esistono quindi un fattore relazionale e un fattore personale, di conseguenza raggiungere una certa intimità con il proprio corpo è una tappa indispensabile dell’evoluzione personale. La sessualità è alla base della nostra energia vitale e quando repressa crea uno squilibrio nella nostra energia vitale complessiva, ció puó essere la causa di una serie di disturbi sia fisici che psichici. A dispetto della quantità di repressione cui possiamo essere stati soggetti, l’energia è talmente forte che prima o poi affiora, a volte affiora abbastanza presto e cominciamo già da adolescenti a esplorare la nostra sessualità, a volte invece possiamo trascorrere la maggior parte della nostra vita da adulti nel torpore sessuale, perfino se viviamo in una relazione. Quando ci avviciniamo all’intimità e alla sessualità come percorso spirituale, questo inizia abbracciando la nostra passione e finisce con il trascenderla, la passione sessuale è energia vitale, se viene repressa di certo non salirà verso stati spirituali piú elevati. La repressione porta a fantasie sul sesso, giochi sessuali o perversioni e forse anche verso l’ossessione della pornografia, oppure viene dirottata verso qualcos’altro come droga, cibo o denaro. Le grandi difficoltà che si incontrano nel condividere il proprio immaginario con l’altro mi hanno portato a riflettere: Cosa significa essere veramente in intimità con l’altro? E quali limiti pone il sentimento del possesso? Ho posto la questione ad una miriade di individui chiedendo: Se fossi obbligato a scegliere, preferiresti che il tuo\a partner facesse l’amore con te pensando ad un altro\altra o che facendo l/ amore con un altro\altra pensasse a te?. Le risposte inevitabilmente hanno evidenziato una differenza negli atteggiamenti maschili\femminili, la maggior parte dei maschi ha scelto la prima soluzione, al contrario la maggior parte delle donne preferirebbe che il proprio partner facesse l’amore con un’altra, pensando  a loro. Esistono dunque almeno due forme di intimità connesse a due forme di adulterio: quella del corpo e quella della mente, succede spesso nei vari contesti della quotidianità di essere in un posto con il corpo e con la mente in un altro. Si dice che l’intimità è silenziosa e che la comunicazione non verbale non è il solo linguaggio dell’intimità, a differenza di quel che si pensa anche le parole  hanno un ruolo nell’intimità. Alle volte il silenzio puó essere pesante e difensivo, mentre la parola garantisce un’interazione autentica, esistono infatti silenzi di morte e silenzi preziosi, così come le parole possono essere prive di senso o piene di amore. Come la musica non è fatta solo di note, ma anche di intervalli, così l’intimità affettiva si nutre di questa ritmica alternanza di parole e di silenzi, l’intimità esige anzi piú pause silenziose che non parole. La conferma dell’importanza del silenzio per il conseguimento dell’intimità affettività viene dal mondo religioso, soprattutto dalle filosofie orientali, dove il silenzio e la comunicazione non verbale sono la chiave per accedere alla meditazione e all’intimità interiore. Nella cultura psicanalitica e nelle terapie sessuali moderne si insiste piuttosto sulla comunicazione preverbale, infatti la consapevolezza delle sensazioni e dei fantasmi personali ha valore innegabile, ma solo in quanto propedeutica a una formulazione verbale. Possiamo dire che l’intimità ha a che fare con la disponibilità emotiva, la quale si traduce in una maggiore apertura e coinvolgimento del proprio Sé nel sesso, senza procurargli quella sensazione minacciosa di senso di non equivalenza sessuale. Questo è alla base della differente percezione in termini di intensità, qualità e passione dell’esperienza amorosa\sessuale di coppia nelle varie fasi dello sviluppo psicosessuale individuale e relazionale. Quello che sappiamo sull’intimità è che essa è imperniata sulla nostra capacità di differenziarci dagli altri, la rivelazione di se stessi comporta una capacità di autocoscienza, di riflessione su se stessi e una complessità di linguaggio, negli esseri umani tutti questi processi sono mediati dalla neocorteccia. L’intimità è un fenomeno relativamente unico nel regno animale, qualcosa che condividiamo con poche altre specie e che è particolarmente sofisticato negli uomini, infatti finchè non abbiamo sviluppato una neocorteccia non eravamo capaci di intimità. Quindi questa capacità che diamo per scontata è uno sviluppo relativamente recente, essa rappresenta il punto di svolta dell’evoluzione umana, l’ultimo esperimento della natura, quindi la nostra conoscenza dell’intimità è solo in corso di sviluppo. L’intimità è spesso mal interpretata come qualcosa che implichi accettazione, conferma, reciprocità da parte del proprio partner, perché questo è ció che molte persone desiderano se stanno per rivelare informazioni personali importanti, ma l’intimità non è la stessa cosa della vicinanza, del legame o del prendersi cura, l’intimità è un’esperienza io-tu. Voglio concludere dicendo che molte persone confondono il sesso con l’amore, perché presi dalla passione possiamo sentirci innamorati, sopraffatti dall’intensità della connessione e del sesso, queste esperienze sono meravigliose, ma non si tratta certo di amore. In queste esperienze è come l’esistenza ci stesse offrendo un piccolo assaggio per motivarci ad intraprendere un cammino piú profondo e arduo della scoperta dell’amore, fino a che non intraprendiamo questo percorso, possiamo facilmente amareggiarci, sentirci delusi e dare la colpa al partner quando questo assaggio termina. Il segreto per una relazione sana, intima e duratura è trovare il tempo per l’amore. Tutti troppo spesso presi dal ritmo frenetico della vita quotidiana, non ci prendiamo il tempo per amarci a vicenda e per connetterci l’un con l ‘altro, qualunque altra cosa diventa piú importante. Spesso ci ritroviamo stressati, eccessivamente coinvolti nelle faccende pratiche della vita, così il fare l’amore e l’intimità diminuiscono che potremmo anche accorgerci di sentire la mancanza l’uno dell’altro, ma siamo così stressati e la nostra mente è così occupata da cose pratiche che il sesso, o persino il connettersi, sembrano essere l’ultima cosa che vogliamo fare, dunque il fiore dell’amore di coppia ha bisogno di acqua e nutrimento per far si che viva.